Il buio, che avvolge l’esistenza di molti esseri umani, produce la sofferenza che non dà alcuna possibilità di vivere secondo Verità. Si nasce per imparare a vivere nel naturale sviluppo corporale fino a divenire adulti e padroni delle proprie azioni. Così, nella Luce Divina, si deve nascere per essere consapevoli, poi, di dover crescere e maturare nelle specifiche della Luce stessa.

La materia porta in sé il suo bagaglio che conduce l’uomo alla mèta della morte quale momento naturale della medesima; lo Spirito, altrettanto, porta in sé la Luce che non conosce fine ma che necessita di essere potenziata per poter dare allo stesso quelle capacità adulte per potersi esprimere, superando il confine della materia dove è contenuto. "Siete tempio dello Spirito Santo", dice San Paolo, quindi è allo Spirito che dà la padronanza dell’essere in questo ciclo di vita che biologicamente vive per contenere tale ricchezza.

E’ dunque necessario riflettere che, se la materia sembra, in quanto materia, facilmente raggiungibile, lo Spirito in essa va ricercato proprio nella prima difficoltà che l’uomo incontra, la sua invisibilità e, pertanto l’incredulità alla sua esistenza.

Il viaggio della vita terrena va vissuto solo ed unicamente in funzione dell’abbattimento dell’ignoranza verso la vera natura che fa della esistenza la vera vita. Con Gesù nasce l’Uomo che, non creato nella materia e dalla materia, porta con sé la Nuova Natura di Colui che è Generato dallo Spirito. Nella Sua Nascita è già naturale concepirlo quale Uomo di Spirito e non di materia, ma che quello Spirito è nella materia ed in essa si esprime.

La nascita dell’uomo, pur essendo un processo di sola materia, contiene in sé lo Spirito che va conosciuto e vissuto per ciò che è; ma, quale uomo può far conoscere alla perfezione la sua potenza interiore se non Colui il quale è sin dalla nascita Vivo in quella potenza?

Gesù dice che sa da dove viene e dove andrà mentre l’uomo questo non lo sa. Ecco che ci chiama verso la prima parte del nostro viaggio terreno: la non conoscenza che non sappiamo nulla della nostra provenienza né della meta a cui tendiamo. Siamo, dunque, quei ciechi e quei sordi che non vedono e non sentono se non ciò che toccano e, per affondare ancora di più il dito nella piaga, siamo coloro che non intendono le cose Divine.

Pur essendo in una natura superiore quale è lo Spirito, non intendiamo di esso alcun suono. E’ così che si vive nella falsità, togliendo alla vita quella realtà che ci insegna ad essere ciò che realmente siamo. Occorre, pertanto, riconoscere umilmente di essere incapaci di gridare "Abbà, Padre!", se il nostro Spirito non riesce ad emettere Parola.

E’ dalla PAROLA che il suono della vita si distingue perché in Essa c’è il riconoscimento di Colui il quale ci ha creati: Dio Padre.

Gesù riconosce di essere il Figlio di Dio e ne ha la certezza tanto da compiere opere di Dio; l’uomo trova molta difficoltà a sentire in sé tale riconoscimento, pertanto, le sue opere sono della terra.

Nella certezza che Cristo è consapevole di ciò che fa e di ciò che dice non possiamo fare altro che prestargli almeno attenzione e riconoscere che è per noi tutto ciò che dice e tutto ciò che fa.

Non per se stesso nasce ma per l’umanità incredula di essere in Dio e, pertanto, figlia di Dio.

Se non si svolta e non si poggia lo sguardo verso il nuovo Orizzonte della Nascita della Buona Novella, difficilmente si riuscirà a trovare quella Via che ci renderà certi della nostra Vera Esistenza.

L’insicurezza di chi vive nella ignoranza crea disordine e sfiducia, aumentando, così, quel dolore che nella Natività del Salvatore deve scomparire.

Lottare, quindi, per poter entrare in questa nuova dimensione che non è lontana da noi ma dentro di noi.

La porta è stretta – dice Gesù – ma l’uomo, così altamente ambizioso nelle cose della terra, certamente riuscirà ad intendere che la sua vera conquista sarà quella di scoprirsi quale realtà Divina in una certezza che alimenta e garantisce qualunque risultato. E’ vittorioso l’uomo che in Gesù, Luce per le Genti, getta la sua Vita e tutte le sue ricerche perché in Lui c’è il nostro tesoro, nascosto fra le viscere della Sua Carne divenuta per gli uomini unico mezzo per ritrovarsi.

E’ così bello ed avventuroso il viaggio della vita nella conoscenza della MEDESIMA; occorre, però, essere consapevoli che siamo alunni bisognosi di essere aiutati nella Ricerca più elevata che l’uomo possa vivere, ed in essa nessuno ne è escluso.

Occorre muoversi verso tale fine per poter andare nel Natale verso quella grotta che non è di bellezza materiale ma di Ricchezza Spirituale.

Buon Natale nella conoscenza che Gesù è la Luce Divina e va CONOSCIUTA!

Alba Di Spirito

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