Trovare Dio nel tempo della Parola vuol dire, prima di tutto, CERCARLO là dove la PAROLA è stata "segnata".

L’Incarnazione del Verbo (PAROLA) è la maturazione della PAROLA STESSA che nei tempi antecedenti alla Sua visualizzazione nella CARNE, è vissuta quale messaggera incisa e tramandata nei secoli.

La sua Veridicità sta nell’attuazione del suo annunzio; attuazione che può essere seguita lungo il cammino della sua maturazione. In ogni Promessa c’è l’adempimento e la realizzazione della stessa, attraverso fatti che hanno provato che quella Parola non erano parole, bensì eventi già in essa contenuti nel momento della Sua Voce che parla.

In essa, Voce, l’incarnazione dell’evento già era ed il tempo le faceva da tappeto quale docile strumento di verifica ed attuazione della stessa.

"E il verbo si fece Carne" in realtà già era nella Parola annunziata e poi realizzata.

Questo perché il Parlare di Dio è azione, nel medesimo istante in cui il pensiero si esprime.

La sacralità si distingue proprio in questo e la Voce della Verità va conosciuta nella Potenza dell’evento che in essa è già maturato.

Leggere la Parola di Dio , nel Libro Sacro della vita, vuol dire trovare Dio in ogni rigo, in ogni virgola, in ogni punto.

Dio parla ed E’.

L’uomo di Dio non chiede di "vedere" il Suo Parlare realizzato, ma gode del PARLARE, perché in ogni Parola tutto è già compiuto.

La forza del lettore di fede sta proprio nel dare a Dio ciò che è di Dio; dare, cioè, al Suo Parlare, l’azione che in essa già esiste.

Nell’Annunzio, che l’Angelo fa a Maria, c’è il parlare di Dio ed in esso parlare, l’adempimento stesso. Maria, vera serva di Dio e figlia dell’altissimo, sa "leggere" nella Sua PAROLA, senza attendere il tempo umano della maturazione dei tempi e si esprime con una semplice parola. "FIAT". E’ lì che nasce il SALVATORE, nella Prima , Grande Lettrice Umana di incalcolabile anzi, infinita Altezza Divina.

Da Lei il suggerimento – per tutti coloro che aprono il Libro Sacro per ascoltare la voce della Parola di Dio che PARLA – è quello di sapere che Dio è nel momento in cui Parla e che la vera fede non perde tempo nell’attesa della visualizzazione della Sua PAROLA.

Ogni tempo della Parola di Dio viene bruciato nell’uomo di Fede ed in esso i tempi divengono già certezza.

Ogni lettore diviene, nella Sua Fede, il precursore della PAROLA di Dio ed in ognuno di esso Dio si compiace, realizzando la beatitudine che Lui stesso affermerà: "Beati coloro che credono senza vedere".

Il timore di Dio nel non dare a Dio ciò che è suo, è espressione pregnante nella Fede perché, in essa, Dio viene servito premurosamente, senza offenderLo nella sua veridicità e Potenza di Parola.

Se Dio Parla, tutto è già ciò che nella Sua Parola è detto.

E’ scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo". Se il timore diviene nella Fede, che fa dell’uomo comune il conoscitore della Potenza di Dio, senza esasperare la stessa nel ridicolo gioco della visualizzazione.

Dire a Dio di mostrare ciò che dice, significa dire che il Suo Parlare non è Potente e che le Sue parole potrebbero essere menzognere. Questo, vuol dire che, quel Dio di tutti i tempi che matura il Suo Parlare – ma che tutto ciò che l’uomo vede già era – non ha in sé quella forza e che, pertanto, non è l’Onnipotente.

E’ a questo Dio che l’uomo di dubbia fede si rivolge e pretende da Lui il realizzarsi di ogni evento, secondo il desiderio dell’uomo stesso. Praticamente non c’è Dio che Parla, ma c’è qualcuno ancora da conoscere.

Nel Verbo che si fa Carne, ogni conoscenza è fatta, perché, in quella CARNE, ogni Parola si è già espressa; pertanto, si chiede ad ogni uomo, che nel Parlare di Dio si compiace, di servirlo nella umiltà e, soprattutto, nel RISPETTO che in Lui la Sua PAROLA è già.

Non tentare Dio; vuol Dio rispettare e conoscere, non l’esplosione della fioritura del Suo Parlare, bensì il seme di ogni fiore e di ogni gemma.

Il contadino sa che nel seme c’è la pianta e non si meraviglia che nella maturazione dei tempi la pianta germogli. Così, è l’uomo che ha conosciuto Dio nella Sacralità della Sua Parola; non offende il Suo Seme ma, con rispetto e gioia, sa attendere il tempo del germoglio che nel seme è già.

Siamo, pertanto, operai esperti della grandezza di Dio quale Verbo, ed offriamola con la forza di colui che possiede ogni maturazione, dicendo all’umanità che la SALVEZZA è vicina non perché deve passare il tempo ma perché essa è fra noi.

Cristo è sulla terra il Verbo Incarnato e non credere in Lui, Verbo nella Sua Promessa, vuol dire gettare via il più grande seme che l’umanità abbia mai posseduto e con Lui la SALVEZZA e la VITA ETERNA.

Alba Di Spirito

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