Passate le feste, terminano gli entusiasmi e spesso la tristezza prevale.

Il Natale, festa che arricchisce perché porta con sé il Dono della Nascita del Messia. Dio finalmente è fra la Sua Gente!

Ha scelto di essere con gli uomini, facendosi Uomo mediante l’Incarnazione del Suo Verbo.

"E il Verbo si fece Carne e venne ad abitare in mezzo a noi"!

Nasce il Natale del Verbo, della Parola che con voce umana si fa ascoltare. Nella rivelazione del Progetto di Dio che voleva essere fra gli uomini come loro, c’è il raccontare di come Dio si è fatto Uomo.

Decide, dall’Alto del Suo Pensiero e nella Forza del Suo Potere, di avere una Madre sulla terra e, fra tutte le donne, sceglie una giovane vergine di nome Maria. Non è improvvisata tale scelta, perché Maria è già stata predestinata e voluta Immacolata.

Maria è Colei che Dio ha abitato mediante la Forza del Suo Spirito ed è Colei che lo ha fatto nascere dopo il tempo della normale gestazione.

Vuole anche un padre, Dio che nasce, e fra tutti gli uomini sceglie Giuseppe della Stirpe di Davide.

Di essi, sia di Maria che di Giuseppe, già la Scrittura annunziava. Si avverano così le parole profetiche dei tempi, ove l’attesa era la forza del popolo che credeva in Lui.

Il luogo prescelto per tale straordinario evento doveva essere Betlemme, terra di Davide. Nasce a Betlemme Gesù, figlio di quella terra ove Davide aveva le sue fondamenta e diviene per molti il Gesù figlio di Davide.

Prepara Dio le Sue Persone, Giuseppe e Maria, per essere i portatori della Sua Volontà sin dai primi momenti della Sua Nascita. Sembra una normale e comune famiglia, quella di Nazareth, ma, in realtà, era la Sacra Famiglia di Dio.

Nel Suo Ruolo, Giuseppe accoglie Gesù come figlio e lo custodisce con tutte le sue forze. Ubbidisce agli avvertimenti che Dio, mediante i Suoi Messaggeri, i Suoi Angeli, comunica a Giuseppe, il quale con Maria porta Gesù al riparo da ogni aggressione. Fuggono dalla loro terra per rifugiarsi in Egitto e sfuggono così alla vendetta del re Erode, che ordina l’uccisione di tutti i nati al di sotto dei due anni, pur di evitare al Re del Cielo la sua crescita. Solo dopo la sua morte, Maria e Giuseppe rientrano a casa e conducono una vita che all’apparenza era nella comune normalità. Dio era però su di Loro e Gesù, sotto il Suo Sguardo, cresceva in età, grazia e sapienza.

Lui, Dio con gli uomini, era guidato da Dio nei Cieli. Dio da Dio, che nel Figlio generato viene chiamato Padre. Lui, Gesù di Nazareth, sa di essere il Figlio di Dio e così chiama il Padre Celeste quale unica Voce da Ascoltare e da Servire.

Il Padre si compiace nel Figlio; il Figlio rende gloria al Padre ed occupa tutto il Suo tempo dedicandosi a Lui. Parla sin da piccolo, aveva solo dodici anni, nel tempio e nel Suo parlare fuoriesce la totale conoscenza delle Scritture e la sapienza che solo Dio poteva possedere. Tutto questo meraviglia i dotti del tempio, che dinanzi a Lui assumono un atteggiamento di curiosità e di spiccata tensione.

Andavano ad ascoltarlo genti di ogni estrazione e nella loro condizione capivano di Lui e del Suo Parlare ciò che potevano capire. Lui ammaestrava senza tenere gelosa la Sua Sapienza e senza temere le eventuali reazioni dei presenti. Spesso l’assemblea si formava casualmente e Lui non mancava di istruire in ogni caso.

Oltre che nella Giudea, percorre le vie della Samaria, terra ostile ai Giudei. Incontra durante il Suo Andare una donna che attingeva acqua dal pozzo di Giacobbe e con lei parla proponendo uno scambio. Lei dà a Lui l’acqua del pozzo; Lui dà a lei l’acqua del Suo Spirito. Lei offre acqua materiale che disseta per poco, Lui Acqua Spirituale che disseta per sempre. I due vivono tale scambio e quando lei, la samaritana, ODE LA PAROLA nella Sua totale conoscenza di ogni cosa, diviene, con il ristoro che la Parola provoca in lei, l’annunziatrice dell’Uomo che si presenta quale Messia che doveva venire. Quanta gioia prova divenendo partecipe dell’Opera di Dio! Il suo nome è rimasto scritto nei tempi e nessun cancellino potrà mai eliminarlo.

Oltre al racconto di lei, oggi e da allora quella forza a lei donata vive in altre creature che entrano nella libertà di Dio che azzera ogni divisione. La samaritana che corre ad annunziare – con le parole dell’acqua viva che è la Parola – è la gioia che continua ad andare, portando il Natale, nella Luce del Suo contenuto, ad essere la Festa che non conosce altra voce se non la Sua, quella di Dio che Parla e Vive nel Suo parlare.

Godere di Lui è la Grazia che il contenuto della Parola possiede e tutti coloro che in Essa penetrano portano quel LIETO ANNUNZIO di Bene che rallegra i cuori e conduce gli uomini a casa, ove il Padre attende per festeggiare con gioia il rientro dei figli dal Figlio salvati.

Continua il Natale, guardando con gli occhi dei bambini quella stella che, anche durante il tempo nuvoloso e tenebroso, brilla per essere guida per tutte le genti!

 

Gustoso Natale a tutti!

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