La Vita nella sua VERITA’ trasmette ciò che possiede: l’Eternità. Se così non fosse, non sarebbe VITA e non avrebbe con sé il sorriso della sopravvivenza. La Vita contiene in sé l’immortalità ma, per essere certi di tale Verità, occorre che si posizioni innanzi all’uomo Colui il quale ha dimostrato di essere immortale: Cristo.

La vita in Cristo già era immortale sin dalla Sua Nascita ed alla Sua Immortalità Lui credeva.

Prima di essere crocifisso ha dichiarato che sarebbe risorto ed ha trasmesso, a coloro che lo stanno ad ascoltare, che la vita in sé è Vita e basta. "Lascia che i morti seppelliscono i morti" dice al giovane che voleva seppellire suo padre ed aggiunge di seguire la Vita. Lui, l’Uomo Dio in carne ed ossa, osannava la sua vita perché ne conosceva il valore.

Il Passaggio della morte era comunque legato alla continuità della vita stessa che non poteva cessare là dove non vi è posto per lei. Gesù sapeva che la Vita è Dio e Lui, cosciente di esserne il Figlio, non tentenna nell’affermare che Lui è la Vita.

Seguirlo, nella Sua espressione terrena, vuol dire trovare quel filo che fa dell’umanità la vita che attraversa il canale della morte ma che ne esce vittoriosa.

Dio è Vita e Dio non può morire!

Nello scendere su questo pianeta terra il valore della vita si confonde con la momentaneità della stessa, quali momenti giornalieri e, pertanto, temporanei. Si dice, quindi, che vivere è lavorare, è mangiare, è dormire, è studiare, è sorridere, è piangere, è pensare, è realizzare ciò che il tempo del mondo ci propone, ma Gesù ci corregge, dicendoci che la Vita è Dio e che in Lui ogni tempo va vissuto per essere non momenti passeggeri, bensì tempi eterni.

Ecco che propone ai nostri pensierini quotidiani di trasformarsi in sapienza eterna, usando ciò che nella giornata deve essere vissuto. Propone, così, di esprimerci cambiando i nostri usi e costumi ma usi e costumi eterni, mettendo a disposizione dell’uomo il Suo Regolamento che trasforma ogni finito in Infinito. Ecco che pluralizza le azioni, facendole divenire comunione e partecipazione, offrendo, così, il MODO di essere già eterni perché nell’ETERNO tutto vive perché ognuno è tutto. L’uomo che mangia diviene, in Lui, gli uomini che mangiano; l’uomo che beve diviene gli uomini che bevono; l’uomo che si veste diviene gli uomini che si vestono … sposta, così, l’attenzione di ogni azione su tutti gli uomini e non più ad uno o a qualcuno.

La Vita, quindi, nella sua eternità vive nella pluralità senza lasciare nulla o nessuno fuori dalla sua condizione.

Dio è in ogni luogo, in ogni persona, in ogni dove e nella Sua totale PRESENZA chiede di essere COME LUI in ogni punto, tenendo ben presente che l’essere ovunque vuol dire non fare ad altri ciò che non vorresti facessero a te. L’energia della Vita, quindi, si muove dall’interno di ogni punto fino a raggiungere l’altro con l’emanazione del suo stesso bene e così "l’avevo fame e mi hai dato da mangiare" fuoriesce dalla condizione di sazietà che vuole continuare a vivere solo nell’applicazione della Legge Eterna.

Ogni temporaneità ed illusione dei mezzi passeggeri terreni passano, così, al servizio della Persona di Dio che conferma la Verità della Sua Parola quando riporterà alla Sua Eternità il riscontro e l’approvazione di riconoscere la vita in coloro che sanno realizzare "l’avevo fame e Mi hai dato da mangiare"; "avevo sete e Mi hai dato da bere".

E’ alla Vita, quindi, che si dà il servizio della comunione e dello scambio e solo a Lei si deve la ragione d’Essere.

E’ fuori principio eterno la negazione della comunione, ed affermare il contrario, vuol dire negare di essere nell’universo della vita, cioè nell’UNIVERSO DI DIO.

"Chi perde la propria vita per ME la ritroverà, ma chi non perde la propria vita per me non la ritroverà", dice Gesù, solleticandoci ad abbandonare l’illusoria speranza che vivere vuol dire dare ciò che non esiste e che, pertanto, non produce alcun frutto.

Vivere è superare il recinto della temporaneità ed offrire ad ogni cosa che ci appartiene il succo dolce dell’eternità mediante la condivisione.

Ha condiviso Cristo la propria vita, nascendo per noi, vivendo per noi, morendo per noi, senza trattenere per sé ciò che non sarebbe stato nella Sua Natura: il Nulla.

Tutto ciò che si trattiene è il nulla di ogni cosa e tutto ciò che si offre è quel tutto che si raccoglie nel più piccolo seme.

E’ da esso, seme, che nascono le foreste; è dal piccolo gesto che si produce e si realizza l’unità, tanto preziosa a Dio perché essa, UNITA’, è l’ESSENZA DI DIO STESSO.

LUI, IL CREATORE, è sceso fino a NOI, facendo unità con la nostra vita; noi dobbiamo rispondere a tale Unità, mettendo in pratica il vissuto quotidiano nella certezza che è solo quel piccolo seme, ma che possiede in sé il gigante regno dell’Amore infinito di Dio, cioè la VITA ETERNA.

Alba Di Spirito

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