La coscienza dell’uomo vive nella consapevolezza di ciò che fa bene e ciò che fa male. Essa, durante l’esperienza terrena, impara a gustare il buono ed il cattivo fino a raggiungere la determinazione che il buono è bene ed il cattivo è male per se stessa.

Raggiunge così il discernimento che la rende CAPACE di vivere la scelta giusta in quelle azioni che viene a consumare lungo la via della vita.

Essa viene solleticata a tale scelta da voci ed azioni e viene chiamata a partecipare con risposte verbali e materiali.

Fra le molteplici voci le giunge anche quella che la richiama con familiarità. E’ la VOCE di COLUI che GENERA il BENE al quale ogni coscienza deve rimettere la propria esistenza.

Gesù è la VOCE Genitrice che nella Sua UNICITA’ di RUOLO giunge inconfondibile ed inimitabile.

IO SONO LA VOCE, dice Gesù, e le MIE PECORELLE ascoltano il Suo suono e contenuto fino a RICONOSCERLO. ESSE SONO MIE ed IO RICONOSCO LORO perché MI APPARTENGONO.

E’ l’incontro solenne dei due che divengono una cosa sola ed in tale incontro la consapevolezza interiore giunge fino alla META della CERTEZZA di colui che parla ed in tale certezza CREDE.

CREDERE che DIO ESISTE vuol dire averlo incontrato, ascoltato, interiorizzato, vissuto ed essere poi in perfetta UNITA’ con tutta la SUA PERSONA.

Molte creature che incontravano Gesù si trovavano dinanzi a tale divenire perché Gesù stimolava in loro la consapevolezza di chi Lui fosse, chiedendo loro: "Credi in COLUI che ti PARLA?"; "CREDI che IO POSSA? …". CREDI. CREDI…

Non lascia Gesù nella fantasia del sentimento la consapevolezza e la pratica di tale parola, bensì nella certezza del riconoscere i Suoi Poteri soprannaturali.

"Tu Sei il CRISTO, il figlio del DIO VIVENTE", dice l’Apostolo Pietro alla domanda del Suo Maestro: "Chi dite voi che IO SIA?". Viene dall’Alto la certezza della risposta che promuove l’uomo fino a fargli pronunziare il CREDO in te.

E’ proprio il Padre che attesta, rispondendo alla domanda del Figlio, la essenzialità di ruolo da attribuire a Gesù nella VERITA’.

Incontra Gesù stesso, fra le molte persone, coloro che vorrebbero la conferma diretta dalla Sua stessa IDENTITA’ circa la natura Divina che lo investe. "Sei tu il figlio di Dio?" gli domandano.

Gesù risponde spesso con la chiarezza di chi vuole che il dire sia l’essere maturato e in virtù di tale necessità asserisce: "Tu lo dici".

Parlare è facile e spesso non conduce alla META che ogni parola porta in sé come contenuto della stessa. Gesù chiede di CREDERE secondo il contenuto certo che nella Sua Vita VIVE e si esprime. Lui è il FIGLIO di DIO e nel SUO essere l’EMMANUEL, Dio con noi, invita ogni creatura a vivere con maturità di conoscenza e di coscienza la BUONA NOVELLA, quale DONO di DIO per essere pronti a meritare il Suo incontro e conseguire così il titolo di discepolo di COLUI che CHIAMA e che invita i CHIAMATI a vivere a Casa Sua.

E’ proprio in tale semplicità d’invito che Gesù realizza la comunione dell’essere comunità di DIO e di mutare l’umanità nella sostanza, definendola NUOVA nella NUOVA COSCIENZA che VIVE CREDENDO IN LUI!

    

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