E’ UMANO il RE del CIELO ed è DIVINO il SUO AMORE al punto tale che eleva la Sua “conquista” dopo tanta atroce sofferenza ad occupare il posto d’onore nel Suo Regno

Sembra finito il tempo dei regnanti con tanto di corona ed ermellino. L’uomo si è evoluto e nella sua emancipazione ha accorciato ogni distanza per essere solo uomo.

Chiama per nome il padre, la madre, i fratelli, le sorelle, il maestro, il medico, il politico… il re!

La confidenza espressa nella familiarità del nome è indice di grande successo per il genere umano perché molte barriere non esistono più. Con molta familiarità gli uomini chiamano il Messia Gesù e, per distinguerlo da altri, aggiungono Gesù di Nazareth.

Quasi sempre non si sottolinea la Sua appartenenza Regale e passa inosservata la Sua Corona.

S. Teresa d’Avila lo chiama SUA MAESTA’ ed al tempo di Erode Gesù era temuto perché si dichiarava RE. Quanto incontra Ponzio Pilato per essere da lui giudicato, il Re dei Giudei viene interrogato circa la Sua Regalità. I Giudei non sopportavano che Lui fosse Re e tanto meno il loro RE. I Romani temevano che fosse RE e che potesse nuocere a Cesare la Sua Corona.

Il RE Gesù di Nazareth non trova spazio sulla terra per essere considerato degno di un titolo così importante. Gesù non sottolinea come cosa essenziale che fosse chiamato Re, ma sottolinea che Lui possiede un Regno.

Dice: “IO SONO RE MA… NON DI QUESTO MONDO! Il MIO REGNO è di un altro MONDO del quale IO SONO RE”.

Tranquillizza così Cesare attraverso Pilato, ma chiede a chi lo incontra di essere riconosciuto quale Regnante del SUO REGNO. Regno nel quale vive la Sua Corte che, ricca di sudditi, operanti per la Causa del loro RE in MISSIONE sulla terra, lasciano inerti operare Gesù che si lascia prendere dai Giudei per essere giudicato e giustiziato dai Romani.

La Sua Corte non interviene per impedire tale affronto ed accetta dietro le quinte che tutto si adempia secondo la Volontà del loro RE.

La terra conteneva già tale avvenimento rivelato nel quale si annunziava che il Messia sarebbe andato a morire come una pecora va al macello.

Il Silenzio della Forza operante della Reggia di Gesù è evidente perché Lui stesso afferma che il Suo Regno non apparteneva a questo mondo, ma che la Sua Opera avrebbe liberato gli uomini dalla prigionia del potere del mondo stesso.

Doveva essere condannato a morte e dopo la Sua morte risorgere quale Re di ogni re. Il più grande ed il più assoluto, dando prova di forza e non di debolezza mediante l’Opera di Salvezza degli uomini e di sconfitta della morte.

I Suoi sudditi sapevano del compito da Lui accettato e vissuto, compito designatogli dal Padre che lo arricchisce di gloria su gloria, facendo della Corona di Sua MAESTA’ Gesù CRISTO il più grande e potente gioiello della storia divina ed umana.

Dinanzi a Lui, a Sua Maestà, ogni ginocchio si pieghi ed ogni uomo si umili, riconoscendosi debitore verso Colui che, pur essendo RE, sa vivere con coloro che ama, facendosi come loro.

E’ UMANO il RE del CIELO ed è DIVINO il SUO AMORE al punto tale che eleva la Sua “conquista” dopo tanta atroce sofferenza ad occupare il posto d’onore nel Suo Regno, condividendo il Suo Posto alla destra del Padre Suo.

A Dio ogni onore e gloria ed a Gesù CRISTO il canto che solo Lui è il Santo dei Santi e solo Lui è degno di Lode.

Buon Natale!

 

 

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