La Madonna della Lettera è venerata dalla Chiesa cattolica come santa patrona di Messina, di Palmi (RC) e di Finale di Pollina (PA).
Secondo la tradizione, che si avvale di un’affermazione dello storico Flavio Lucio Destro (II secolo d.C.), verso l’anno 42 si trovava a Reggio Calabria l’apostolo Paolo di Tarso che, su invito dei Messani, venne a sbarcare in Sicilia, circa 12 Km a sud di Messana (vicino l’attuale Giampilieri) in una località che fu chiamata Cala San Paolo.
A Messina l’apostolo non si fermò per molto. Infiammati dalla sua predicazione, molti cittadini si convertirono al Cristianesimo e molti di loro manifestarono il desiderio di andare a visitare i luoghi santi e, possibilmente, di conoscere di persona anche Maria di Nazareth ed i suoi familiari. Paolo di Tarso fu ben felice di accontentarli. Di questa delegazione la tradizione della Chiesa messinese ricorda Geronimo Origgiano, Marcello Benefacite, Centurione Mulè e Brizio Ottavia.
Al loro arrivo a Nazareth, Maria accolse i delegati con materno affetto, ed alla loro partenza li gratificò di una lettera di protezione, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli, che da allora in poi vennero custoditi nella Cattedrale. La lettera terminava così: Vos et ipsam civitatem benedicimus, cioè “Benediciamo voi e la vostra città”. La delegazione tornò a Messana l’8 settembre dello stesso anno. Il testo oggi è scritto a caratteri cubitali alla base della stele della Madonnina sul braccio estremo del porto di Messina.
L’originale della Sacra Lettera fu accuratamente nascosta dal Senato messinese quando prima l’imperatore Diocleziano e poi Massimino perseguitarono la religione cristiana. La lettera originale, fu poi ritrovata nell’archivio pubblico nell’anno 430 e con i disastrosi terremoti che colpirono la città se ne persero definitivamente le tracce. La Curia di Roma, ai fedeli della Madonna della Lettera, ha concesso diverse indulgenze nel tempo a firma di diversi papi quali Paolo V, Urbano VIII, Innocenzo X e vari altri fino a Pio IX nel 1870, al fine di comprovare l’autenticità del culto.
Così ogni 3 giugno Messina ricorda l’episodio della consegna della Lettera portando in processione una statua d’argento della Vergine, che tiene in mano la Sacra Lettera e che vede la partecipazione di diverse centinaia di migliaia di fedeli e curiosi da tutta Europa. La devozione alla Madonna della Lettera è caratteristica della Città di Messina, ed è avvalorata da un’antichissima tradizione.
A conferma del legame che unisce Messina e i messinesi al culto mariano è stata eretta all’ingresso del porto naturale una colonna votiva (alta 60 m.) con la statua in bronzo dorato della Vergine. La colonna è situata sul maschio del forte S. Salvatore, costruito questo dagli spagnoli nel 1546. Lungo il muro frontale che guarda la città, ben visibile a chi arriva e parte da Messina è riportata la frase ricavata dalla lettera: «VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS». La statua fu inaugurata il 2 agosto 1934 e Papa Pio XI da Roma telecomandò l’accensione delle luci che illuminarono la stele, l’iscrizione e l’aureola della Madonna. La statua della Madonna, in occasione del giubileo del 2000, è stata restaurata nel suo splendore di bronzo dorato.
Riguardo alla veridicità storica della Madonna della Lettera, patrona di Messina, che gli scettici e i non messinesi si sforzano di cercare per poterla negare, si può affermare che sicuramente i fatti antichi non tutti e non sempre sono “documentabili” per via ordinaria, però c’è una sequenza di avvenimenti lunga duemila anni che più volte è stata confermata da eventi ed episodi storici, i quali testimoniano la protezione perenne di Maria, madre di Gesù, nei confronti dei messinesi.
Gli eventi storici e geologici che hanno interessato questo lembo di terra di Sicilia hanno sepolto o distrutto le prove del passato ma testimoni attendibili quali papi, persone semplici e grandi santi, che si sono succeduti nei secoli ci hanno consegnato una fede viva, la fede cristiana che non si fonda solo ed esclusivamente su racconti e testimonianze ma si alimenta della verità nascosta fra le pieghe del tempo e nelle testimonianze di vita di molti.
Nel manoscritto in lingua ebraica, tradotto in latino nel 1940 dal greco-messinese Costantino Lascaris, si leggeva:
Maria Vergine figlia di Gioacchino,
umilissima serva di Dio, Madre di Gesù
crocifisso, della tribù di Giuda, della
stirpe di David, salute a tutti i Messinesi
e benedizione di Dio Padre Onnipotente.
Ci consta per pubblico strumento che voi
tutti con fede grande avete a noi spedito
Legati e Ambasciatori, confessando che
il Nostro Figlio, generato da Dio sia Dio
e uomo e che dopo la sua resurrezione
salì al cielo: avendo voi conosciuta la via
della verità per mezzo della predicazione
di Paolo apostolo eletto per la qual cosa
BENEDICIAMO VOI E L’ ISTESSA CITTA’
della quale noi vogliamo essere perpetua
protettrice. Da Gerusalemme l’ anno 42
di Nostro Figlio. Indizione 1 luna XXVII
giorno di giovedì a 3 di giugno.