E’ importante non fare di un santo un idolo non compreso.

Si instaura spesso nella credenza popolare l’accettazione passiva di ogni notizia che riguarda “il Santo” senza partecipare attivamente alla fusione di ciò che il Santo è.

Come fondersi con Padre Pio? Come trovare in Lui la Porta che immette le anime nel Paradiso di Dio?

Dall’Abito alla funzione Sacramentale, Padre Pio offre di sé l’immagine quale “porta” per entrare nel Regno della Chiesa Sacramentale ove ogni passaggio di ciascun Sacramento è tappa per l’avanzamento e la maturazione spirituale.

Seguire Padre Pio vuol dire partecipare a ciò che la sua Chiesa possiede e comprenderne la preziosità.

A cosa serve possedere ali potenti se non si vola? A cosa serve la sua figura sacerdotale se nel suo sacerdozio non ci sono anime adulte capaci di spiccare il volo nella sacralità sacerdotale?

Il suo sacerdozio non è per sé, ma per tutti coloro che da esso debbono trarne beneficio. Gesù dice di essere venuto per gli ammalati, pertanto la sua funzione è quella di guarire coloro che a Lui si accostano. Lui è il medico e la sua specifica vale in quanto può sanare.

Padre Pio Sacerdote, non ha in sé quel sacerdozio chiuso ed enigmatico al quale solo Dio si può accostare, ma esprime con esso la fusione ed il richiamo fra le anime e Dio. Lui, il Santo, è il tramite trasparente ma forte che fa del suo Abito il Mezzo divino per redimere e salvare.

Continua nel Sacerdozio il lavoro di Gesù quale raccoglitore degli infermi e si pone nel “suo” confessionale per fare di ogni ammalato, un guarito.

E’ medico, Padre Pio, medico delle anime che, per la sua missione, ottengono la remissione ed il perdono dei peccati. Peccatore è colui il quale vuole Dio quale confessore delle sue debolezze ed in Lui affidare ogni suo momento di vita.

La fragilità umana è accarezzata da Dio mettendo a disposizione il Suo Si nel perdono ed offre la Riconciliazione con il proprio sé interiore senza limite e condanna. E’ possibile per l’uomo ritrovare se stesso e nella funzione sacerdotale Padre Pio chiama proprio a questo ritrovamento.

Se l’uomo vivesse distaccato dal proprio sé sarebbe come un frutto lontano dall’albero. Poco tempo avrebbe a disposizione per esprimersi. Essendo l’uomo in sé portatore della propria unità con Dio, necessita di trovare coloro i quali lo aiutino a ricostruire tale unità “dimenticata”.

E’ un servizio della massima elevatura quello del Padre quale Confessore o meglio quale guaritore della scissione illusoria delle creature dal loro Creatore.

Ogni male, nel suo bene apparente, fa sfuggire la Verità che, nel legame Eterno non c’è male, bensì solo e sempre bene. E’ l’illusione del bene nel male che Padre Pio abbraccia, per riportare quella Verità essenziale per essere degni figli di Dio nella Chiarezza della nostra appartenenza.

Accostarsi al Suo Abito Sacramentale quale CONFESSORE, vuol dire iniziare quel processo di riconciliazione con se stessi nella garanzia che Dio conosce le nostre povertà di conoscenza di Lui e le perdona.

Necessitava l’uomo di tale Servizio e Gesù lo lascia affidandolo ai suoi Servi Sacramentali, imponendo loro la totale partecipazione e obbedienza alla sola legge che nel Cielo di Dio esiste: quella del perdono senza limite. In essa, ogni creatura corre per sentire il sapore di Dio e mai nessuna può ritenersi fuori da tale perdono se riconosce che nessun medico vive per scacciare gli ammalati.

La severità sacerdotale nella sacralità dell’incontro sacramentale della riconciliazione, spesso fa del Servo Padre Pio, il duro della legge Divina. Spesso, lascia il miele infinito di Gesù comprensivo ed acquista la durezza della Legge. Forse che il Servo Padre Pio ha dimenticato gli ordini del Padrone? Quale madre non indurisce il proprio cuore e non si esprime con severità se avverte un pericolo grave nel proprio figlio?

La dissociazione del proprio sé porta spesso all’indurimento verso la comprensione della MISERICORDIA di Dio e fa sì che la creatura non partecipi come dovrebbe al processo di guarigione.

Ecco che, quel Servo Devoto di Gesù, si impone quale buon esecutore di ordine affinchè tutte le pecore tornino al proprio Pastore ed usa ogni mezzo per ottenere tale fine.

E’ d’Amore la sua severità e nell’Amore trova la forza di “respingere” per poter ritrovare la comunione nel rimprovero saggio che viene da Dio.

Gioisce la creatura che Dio corregge se sa che Colui il quale corregge è Dio. Così, nel Servizio alla fedeltà verso la correzione, Padre Pio sa correggere, ricordando che non c’è vero amore se non c’è partecipazione di dolore verso lo stato altrui.

Le sue braccia aperte ci chiamano a comprenderlo nella solitudine del Suo Confessionale e a salutare la sua persona con un semplice: “Sia sempre lodato Gesù, nostra salvezza”.

Alba Di Spirito

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